RICOSTRUZIONE SENO DOPO MASTECTOMIA

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    la ricostruzione del seno dopo l'intervento di mastectomia

    Edited by serena2 - 11/8/2008, 14:45
     
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    Ricostruire il seno è un passo NECESSARIO
    Dopo una mastectomia, l’intervento ricostruttivo costituisce una tappa verso la guarigione.

    Sono oltre 30.000 l’anno le donne italiane che scoprono di avere un tumore del seno e molte di esse subiscono un danno estetico alla mammella, legato all’intervento chirurgico.


    Oggi però in Italia la ricostruzione del seno è una realtà consolidata, grazie anche al lavoro pionieristico di Umberto Veronesi, che fin dagli anni settanta si è battuto, anche con l’aiuto di AIRC, per la messa a punto di un vero e proprio protocollo scientifico che comprendesse anche l’aspetto apparentemente "superfluo" della cura.

    Grazie al lavoro della scuola senologica italiana, infatti, si è arrivati a garantire interventi molto meno demolitivi di un tempo e, anche quando il bisturi deve per forza compromettere la struttura fisica della donna, è possibile intervenire per ripristinare l’integrità corporea con tecniche scientificamente validate, che fanno parte integrante del trattamento.
    Non a caso la ricostruzione del seno è a carico del Sistema sanitario italiano, che ne riconosce il ruolo fondamentale nel processo di guarigione.

    COINVOLTO ANCHE L’ALTRO SENO

    “Non si deve pensare che la chirurgia estetica sia una forma di medicina che non ha bisogno di ricerca e sperimentazione” spiega Mario Rietjens, vicedirettore dell’Unità di chirurgia ricostruttiva dell’Istituto europeo di oncologia. “In realtà si continua a studiare per identificare la tecnica più adatta, il materiale più idoneo e il momento più opportuno in cui procedere”.

    Si sa, per esempio, che permettere la lenta espansione dei tessuti che dovranno contenere la protesi nelle donne sottoposte a mastectomia radicale è una strategia utile a evitare le complicanze. Le donne che si sottopongono a radioterapia, inoltre, devono talvolta attendere che l’effetto negativo della cura sulla cicatrizzazione sia svanito.

    “Nei posti in cui si fa la radioterapia intraoperatoria, però, questo problema non esiste” spiega ancora Rietjens. “La radioterapia esterna viene fatta quasi sempre a donne che hanno subito solo la quadrantectomia, ovvero l’asportazione parziale della mammella. In questo caso o si fa la plastica durante l’intervento di quadrantectomia oppure si aspetta qualche mese prima di fare la cosidddetta ‘revisione estetica’ del seno”.

    In effetti anche gli interventi conservativi cambiano la forma del seno e quindi possono richiedere l’intervento del chirurgo plastico: “Non si tratta di ricostruire il seno, inserendo delle protesi, ma di rimodellarlo, con una tecnica simile a quella usata per le donne che desiderano ridurne il volume.
    Ovviamente, per ragioni di simmetria, si interviene anche per rimpicciolire il seno controlaterale”.

    Anche quando si deve ricostruire del tutto un seno, inserendo una protesi, si interviene sul lato sano, per evitare asimmetrie.

    “Il seno riveste un ruolo troppo importante per l’autostima della donna” spiega Vittorio Zanini, responsabile del Dipartimento di senologia e chirurgia plastica oncologica presso la Fondazione Maugeri di Pavia. “Nei centri di eccellenza viene data a esso tutta l’importanza che merita”.

    Non importa l’età della paziente: dal punto di vista tecnico non vi sono sostanziali differenze tra una ventenne e una donna di 75.

    “Laddove è possibile, vengono conservati pelle, areola e capezzolo originali, grazie a diverse tecniche messe a punto negli ultimi anni, una delle quali concepita proprio presso la Fondazione Maugeri” spiega Zanini.
    “Salvo rari casi, nel corso dello stesso intervento chirurgico col quale è rimosso il tumore viene inserito un espansore, un sacchetto che viene gonfiato gradatamente con soluzione fisiologica per distendere la pelle che dovrà ricoprire il nuovo seno. La protesi viene inserita dopo qualche mese, al termine delle cure chemio e radioterapiche.
    Nel corso della ricostruzione, d’accordo con la paziente, si può ridurre o aumentare il volume originale del seno”.

    Talvolta si fa ricorso a tecniche più complesse, che consistono nel prelevare lembi muscolari dal dorso per ricostruire la parete toracica. In questo caso, e anche in altri in cui si è dovuto asportare il capezzolo, lo si ridisegna con un tatuaggio.

    NESSUN RISCHIO FUTURO

    La protesi di silicone non intralcia eventuali terapie future né gli esami di controllo. Cionostante va tenuta d’occhio e, dopo qualche anno, va cambiata. “Chi ha una protesi deve controllarla annualmente con una semplice ecografia. Se l’ecografia non è chiara, allora si ricorre alla risonanza” spiega Rietjens.
    “Dopo 10-15 anni, la protesi di silicone va sostituita. Proprio qui all’IEO stiamo facendo uno studio sull’usura delle protesi mammarie: così saremo in grado, modello per modello, di stabilire quando è ora di rifare l’intervento”.

    Nessun problema, invece, per i controlli legati al tumore stesso: la mammografia continua a essere eseguita nel seno controlaterale a quello operato o sul tessuto ghiandolare residuo in caso di asportazione parziale.

    Anche se l’SSN rimborsa gli interventi di ricostruzione in caso di tumore, il problema principale sta nella distribuzione delle strutture sul territorio. Basti pensare che, mentre i centri di eccellenza hanno équipes multidisciplinari in grado di effettuare la chirurgia conservativa e l’eventuale ricostruzione, in altri centri gli interventi di mastectomia sono ancora assai frequenti. Nei centri specializzati viceversa gli interventi conservativi sono oltre l’80 per cento mentre la mastectomia è sotto il 20 per cento.

    Effetti collaterali
    Gli interventi di chirurgia plastica ricostruttiva sono relativamente sicuri ed efficaci, ma come tutti gli atti medici possono dar luogo a complicanze.
    Nel caso della ricostruzione del seno dopo un intervento di mastectomia, il disturbo più frequente è una certa mancanza di sensibilità del seno, che risulta meno innervato di quello naturale. Anche la consistenza può apparire leggermente diversa, ma in genere le donne sono comunque soddisfatte del risultato.
    In caso di operazioni complesse, che prevedano l’uso di lembi muscolari asportati da altre aree del corpo (per esempio dall’addome), vi possono essere disturbi locali come infezioni o erniazioni, che possono variare dallo 0,5 al 3 per cento dei casi. Tutto ciò viene comunque spiegato dal medico nella fase preoperatoria. Ciò che invece non si può prevedere è la cosiddetta retrazione capsulare, una reazione dell’organismo alla protesi che avviene nel 5 per cento dei casi. Si tratta di una sorta di indurimento dei tessuti sottocutanei che dà al seno un aspetto duro e statico. Tale reazione è più frequente in chi è stata sottoposta a radioterapia, ma raramente richiede un intervento di aggiustamento: si ritorna in sala operatoria solo se la capsula è tanto stretta da spostare la protesi dal suo alloggiamento.

    Silicone riabilitato
    Negli anni passati gli interventi di chirurgia estetica e plastica al seno sono andati più volte nell’occhio del ciclone, tanto è vero che la FDA, l’ente americano che presiede al controllo di farmaci e presidi medici, aveva interdetto l’uso di queste protesi, per poi riabilitarle di recente. I problemi di un tempo sono oggi del tutto superati, soprattutto grazie all’utilizzo di un gel di silicone ad alta coesività, mentre prima era più liquido, col rischio di sgonfiare
    il seno e indurre tossicità. Anche il problema della rottura dell’involucro è superato: solo in seguito a impatti importanti sulla parete toracica, come può avvenire in un incidente stradale, la protesi – collocata sotto il muscolo pettorale – potrebbe rompersi. Infine il silicone è considerato il materiale di scelta nella ricostruzione dopo mastectomia radicale in quanto, contrariamente agli interventi a scopo puramente estetico, non sono più presenti alcuni muscoli che sostengono la mammella. È quindi necessario ricorrere a una protesi che si ‘autosostiene’.

    FONTE : AIRC.IT
     
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  3. shanti9
     
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    La chirurgia ricostruttiva del seno - informazione al paziente
    http://www.ieo.it/italiano/Materiale%20Inf...%20Paziente.pdf



    Ho fatto delle ricerche anche se è un argomento che non conosco e comincio a muovermi in questo settore con le informazioni che ho acquisito tramite voi.



    europa donna - opuscolo sulla ricostruzione mammaria
    http://www.europadonna-italia.com/th/ricostruzione.pdf

    FONTE: sito I.E.O.

    Edited by shanti9 - 29/5/2009, 12:49
     
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  4. maristella3
     
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    Posso chiedere a chi ha effettuato la ricostruzione o la andrà ad effettuare, la tecnica eseguita o quella proposta ed eventualmente - spero proprio non ci siano mai - inconvenienti ?
     
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    Maristella prova a vedere questo link :

    Inserimento ESPANSORE dopo mastectomia, e successivo intervento con protesi definitiva, la mia esperienza http://insiemepervincere.forumfree.net/?t=28678302



    Edited by serena2 - 2/6/2009, 07:22
     
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    Cercare di sopravvivere nonostante tutto.

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