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Paoletta2.
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Entro in punta di piedi in questa discussione appena avviata per dirti, Perlina, che la solitudine di quella notte è stata fugata, che il giorno è tornato, che non sei più sola, mai.
È una sensazione di esclusione dalla vita, di taglio definitivo, di ineffabile e profondissima disperazione.
Poi però...qualche settimana dopo, tutto è cambiato.
Poco importa che sia stata una mano estranea a togliere quel male.
Anche uno sconosciuto ci può fare del bene e questo è successo:
una mano sconosciuta ti ha tolto da un pericolo imminente e tu hai potuto proseguire a vivere. Puoi certamente dire che tutto è cambiato, ma in fondo sei sempre tu e la tua vita ti ha riservato e ti riserva ancora tante esperienze, emozioni, condivisioni. Esperienze che valgono bene la parte che hai dovuto cedere. Nello scambio ci hai guadagnato.
Il male che sentivi dentro di te è stato strappato via e i tuoi sogni di donna, di persona, non sono stati cancellati, perché non dipendono da una ghiandola...da un pezzo di tessuto.
Ti scrivo questo anche se capisco in pieno quello che intendi, ne abbiamo anche parlato al telefono, un giorno in cui tu consolavi me, tu incoraggiavi me, tu ti prendevi cura di me.
Un giorno in cui era chiaro, lampante, che il tuo cuore era tutto intero, vivo e palpitante.
La tua voce era limpida e calda, le tue parole non vuote, ma colme di significato.
Il tuo entusiasmo per la condivisione della lotta tutto presente e contagioso.
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UNA STORIA DI VITA...LA STORIA DI PERLINA |