BIOPSIA

cosa fanno

« Older   Newer »
 
  Share  
.
  1.  
    .
    Avatar

    Senior Member

    Group
    Administrator
    Posts
    19,545
    Location
    Dove c'è l'arcobaleno

    Status
    Offline
    LA BIOPSIA

    Edited by serena2 - 24/9/2009, 11:48
     
    .
  2.  
    .
    Avatar

    Advanced Member

    Group
    Member
    Posts
    1,138
    Location
    Piemonte

    Status
    Offline
    Agobiopsia

    Che cos'è
    La biopsia della mammella consiste nel prelievo di alcune cellule o di un frammento di tessuto e nella successiva analisi anatomopatologica del materiale prelevato.

    Tipi di biopsia e strumentario

    Esistono diversi tipi di biopsia della mammella a seconda del tipo di ago che viene utilizzato per effettuare il prelievo.

    Il più semplice è l’agoaspirato, cioè il prelievo di alcune cellule della zona sospetta mediante un ago sottile; di questo termine esistono alcuni sinonimi: agobiopsia con ago sottile, FNAB (Fine Needle Aspiration Biopsy), prelievo citologico.

    Per l’esecuzione dell’agoaspirato si utilizza un ago di calibro compreso tra 21 e 27 Gauge (l’ago da 21 Gauge è il comune ago della siringa).

    Un altro tipo di metodica, molto utilizzata negli USA e da qualche tempo maggiormente impiegata in Italia, è la biopsia con ago a scatto, CNB (Core Needle Biopsy), prelievo microistologico; si tratta del prelievo di un piccolo frustolo di tessuto dalla zona sospetta mediante un dispositivo particolare generalmente denominato ago a scatto.

    Esistono infine tecniche di biopsia particolari, anche queste in via di espansione, che utilizzano apparecchiature sofisticate e prodotte appositamente per effettuare prelievi mammari di grosse dimensioni. Le apparecchiature più comuni, in quest’ultimo gruppo, sono denominate Mammotome , MIBB, ABBI.

    Metodiche guida

    Esistono sostanzialmente tre diverse tecniche di effettuazione del prelievo a seconda della metodica guida, cioè della metodica che consente di individuare la sede esatta della lesione ed indirizzare l’ago prescelto per il prelievo.

    Tecnica a mano libera: la lesione viene individuata dalla mano del medico.

    Tecnica con guida ecotomografica: per individuare la lesione e guidare il prelievo viene utilizzato un ecotomografo.

    Tecnica con guida stereotassica: utilizza per la centratura della lesione una apparecchiatura radiologica particolare, la cosiddetta stereotassi. Di tali apparecchi esistono più versioni, distinte tra loro per modalità di formazione dell’immagine (analogica o digitale) e per posizione della paziente (seduta o prona).

    Scelta della metodica guida

    La scelta della metodica guida dipende da numerose variabili; le principali sono le caratteristiche della lesione, il tipo di ago che si intende utilizzare, il tipo di apparecchiature che si hanno a disposizione, le preferenze personali dell’operatore.

    La tecnica a mano libera si può utilizzare ovviamente solo con lesioni palpabili. Ormai sempre meno utilizzata, generalmente viene eseguita solo su lesioni di grosse dimensioni ed impiegando aghi di piccolo calibro.

    La tecnica con guida ecotomografica è generalmente la tecnica preferibile per semplicità, velocità, economicità. E’ la tecnica più diffusa, anche per l’ampia disponibilità delle apparecchiature ecotomografiche necessarie. Inoltre è la tecnica più comunemente impiegata anche perché buona parte delle lesioni che necessitano di agobiopsia è visibile all’ecotomografia.

    Le apparecchiature necessarie per il prelievo con guida sterotassica sono relativamente poco diffuse. In caso di lesione visibile solo alla mammografia e non all’ecotomografia (ad esempio le microcalcificazioni), la scelta della guida stereotassica è obbligata.

    Tecnica di esecuzione

    La tecnica di esecuzione è diversa a seconda della metodica guida e del tipo di ago impiegato.

    Agoaspirato con guida ecotomografica

    Non è necessaria alcuna preparazione preventiva prima della procedura.

    La paziente viene fatta coricare supina sul lettino della sala ecotomografica, con le braccia in alto ed il seno scoperto. Per alcune lesioni (quelle nei quadranti esterni della mammella) può essere utile far ruotare la paziente su un fianco.

    Con la sonda ecotomografica si individua la lesione e si sceglie il punto di ingresso dell’ago. Se possibile è preferibile evitare di pungere a livello del capezzolo e dell’areola, perché a questo livello la cute è più spessa e la manovra può risultare più dolorosa.

    Dopo aver disinfettato la cute, la parte interessata viene coperta con un telo sterile.

    L’esecuzione della anestesia locale non è generalmente necessaria, in quanto la procedura è ben tollerata; in casi particolari (particolare dolorabilità della mammella, ansia, richiesta della paziente) si può eseguire anestesia locale iniettando nella sede del prelievo 5 cc di anestetico locale (Lidocaina al 2%).

    A questo punto si inizia il prelievo vero e proprio. Esistono sostanzialmente due modalità diverse di esecuzione: a due operatori o ad operatore singolo. Nel caso di due operatori coinvolti, uno si occupa di eseguire l’ecotomografia durante la manovra per verificare la centratura della lesione e la progressione dell’ago, l'altro esegue il prelievo. Nel caso dell’operatore singolo, tutte le manovre vengono svolte da un unico operatore. La procedura a due operatori consente maggiore libertà di movimenti al medico che esegue il prelievo. La procedura ad operatore singolo permette una migliore coordinazione tra movimenti della sonda ecotomografica e dell’ago. La scelta della procedura dipende dalle preferenze personali degli operatori.

    Si introduce quindi l’ago nella cute: la progressione verso la lesione viene seguita in tempo reale dalla sonda ecografica. Quando la lesione è raggiunta inizia l’aspirazione: questa viene effettuata utilizzando un’apparecchiatura dedicata (Cytomat) che viene collegata all’ago; in alternativa l’aspirazione può essere eseguita con una semplice siringa. Durante il prelievo l’ago viene fatto muovere ripetutamente all’interno della lesione con un movimento di va e vieni per campionare le zone maggiormente sospette.

    Quando si ritiene di aver prelevato materiale sufficiente, si interrompe l’aspirazione e si rimuove l’ago.

    Il materiale prelevato viene immediatamente preparato per l’esame anatomopatologico. Se possibile una parte del prelievo viene esaminato subito dal patologo (cosiddetto giudizio di idoneità): se questi ritiene di non avere materiale sufficiente per poter formulare la diagnosi, il prelievo può essere ripetuto. Se invece il materiale è ritenuto sufficiente, la procedura è terminata.

    La paziente viene pulita, disinfettata e medicata con un piccolo cerotto.

    La procedura è di solito molto ben tollerata, il dolore avvertito dalle pazienti è molto modesto se non assente.

    Al termine della procedura la paziente è generalmente in buone condizioni e può ritornare a casa senza problemi.

    Ago a scatto con guida ecotomografica

    La procedura è molto simile a quella per l’agoaspirato. La fase di preparazione è identica. Poiché si utilizza un ago di grosso calibro (14 G, corrispondenti a 4 mm) è consigliabile eseguire sempre l’anestesia locale iniettando, con un ago da insulina, 5 cc di anestetico locale nella zona del prelievo. Dopo l’anestesia locale si esegue un piccolo taglietto (pochi millimetri) a livello della cute con la punta di un bisturi, per consentire l’ingresso dell’ago a scatto. Anche in questo caso la progressione dell’ago viene seguita in tempo reale con la sonda ecografica. E’ necessario avvertire preventivamente la paziente che l’ago, quando effettua automaticamente il prelievo, provoca un rumore secco (appunto lo “scatto”); questo per evitare che, spaventata dal rumore improvviso, si muova bruscamente durante la procedura. Quando la punta dell’ago è correttamente posizionata nella sede della lesione si esegue il prelievo. Dopo lo scatto si rimuove l’ago e si deposita il frustolo prelevato in una provetta. Anche in questo caso può essere opportuno esaminare immediatamente il materiale prelevato facendo strisciare il frustolo su un vetrino ed esaminandolo al microscopio. Generalmente è consigliabile effettuare almeno due o più prelievi con l’ago a scatto.

    E’ consigliabile, dopo il prelievo, comprimere manualmente la zona interessata per alcuni minuti, per ridurre il rischio di sanguinamento e di un eventuale ematoma. Non è necessario suturare la cute.

    Al termine della procedura si disinfetta la cute, si esegue una medicazione con cerotto e si posiziona sulla parte interessata una borsa di ghiaccio secco per raffreddare la zona. Anche in questo caso la procedura è generalmente ben tollerata, poco o per nulla dolorosa. La paziente può rientrare a casa; è consigliabile un periodo di riposo di alcune ore. La medicazione può essere rimossa il giorno dopo.

    Agoaspirato con guida sterotassica

    Esistono due diverse possibilità di esecuzione: tecnica con stereotassi in posizione seduta e tecnica con stereotassi in posizione prona; la scelta dipende generalmente dal tipo di apparecchiatura a disposizione.

    Per l'esecuzione in posizione prona, la paziente è coricata su un lettino apposito, con la mammella inserita in un foro del lettino medesimo.

    Per l'esecuzione in posizione seduta, la paziente viene fatta sedere di fronte all'apparecchiatura; si esegue la mammografia di centratura con tecnica analoga alla mammografia diagnostica.

    Si individua la lesione sulla radiografia eseguita e si calcolano le coordinate nello spazio. A questo punto, sempre con la mammella compressa ed immobile, si individua il punto cutaneo di ingresso e si infigge l'ago.Quindi si controlla la corretta posizione dell'ago nella lesione con ulteriori proiezioni mammografiche, infine si esegue il prelievo.

    La procedura, eseguita con apparecchiature tradizionali, può essere relativamente lunga (20-40 minuti) ed in alcuni casi fastidiosa, a causa della prolungata compressione della mammella.

    Se la procedura viene eseguita con apparecchiature digitali i tempi di esecuzione si accorciano molto, con conseguente migliore tollerabilità da parte delle pazienti.

    Ago a scatto con guida sterotassica

    La procedura è analoga all'agoaspirato; analogamente alla guida ecografica, anche con guida stereotassica è consigliabile eseguire una anestesia locale ed una piccola incisione cutanea.


    Indicazioni alla biopsia

    La biopsia della mammella viene eseguita ogni volta che sia necessario caratterizzare cito-istologicamente una lesione mammaria.

    Complicanze

    Nella gran parte dei casi non si verifica alcuna complicanza.

    Talora viene segnalata una modesta dolorabilità nella sede del prelievo che, in alcuni casi, può persistere alcune ore. Generalmente non è richiesta alcuna terapia.

    In alcuni casi può formarsi un ematoma, cioè una raccolta di sangue nella sede del prelievo. Quasi sempre la raccolta è di piccole dimensioni e, anche in questo caso, non è generalmente richiesta terapia.

    Complicanze di maggiore gravità, come il pneumotorace (cioè la perforazione, con l'ago, di un polmone) sono assolutamente eccezionali; in questi casi è richiesto un trattamento medico adeguato.

    Agoaspirato del cavo ascellare

    Lo studio ecotomografico consente di evidenziare, con buona sensibilità, la presenza di linfonodi a livello del cavo ascellare ed il loro aspetto.

    Con guida ecotomografica è inoltre possibile eseguire un agoaspirato, che potrà fornire importanti informazioni sulla presenza di metastasi linfonodali. In caso di risultato indicativo della presenza di cellule neoplastiche, si potrà evitare l'intervento del linfonodo sentinella.

    Tumore del seno e pillole anticoncezionale

    Le pillole dell’ultima generazione hanno un bassissimo dosaggio di estrogeni (gli ormoni femminili sospettati di promuovere la crescita delle cellule neoplastiche) e hanno dimostrato di non aumentare la frequenza del tumore.

    Come arrivare alla certezza diagnostica

    Un nodulo sospetto, rilevato dalla donna durante l’autopalpazione, o dal medico nel corso di una visita di controllo, viene in seguito indagato attraverso diversi esami, che cercano di definire prima di tutto se si tratta davvero di un tumore e se sì di che tumore si tratta, quali sono le sue dimensioni, quali le caratteristiche, se è più o meno maligno.

    Fondamentale è anche cercare di capire se le cellule tumorali hanno dato luogo a metastasi, sono migrate nei linfonodi ascellari o in altri distretti corporei. All’esame clinico seguono dunque la radiografia del seno (ma a volte la scoperta viene proprio dopo una mammografia di controllo), l’ecografia, l’immunoscintigrafia e la biopsia. La biopsia viene oggi praticata con un ago finissimo, introdotto fino al nodulo, dove vengono prelevate le cellule da far analizzare in laboratorio. Le informazioni raccolte nel corso della diagnosi permettono al chirurgo, quando è il caso, di intervenire sapendo già tutto del tumore che va ad asportare e di procedere in base ad un piano chirurgico-terapeutico ben dettagliato.


    Il dominio salus.it aderisce ai principi di HONcode della Health On the Net Foundation


    Leggete i Principi della Health On the Net Foundation in italiano

    Edited by serena2 - 3/9/2008, 21:38
     
    .
1 replies since 9/4/2008, 20:02   6180 views
  Share  
.