Come cambia la nostra vita da un giorno all'altro....

esito?

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    Voi mi date un grande esempio di dignità e positivita'. Siete grandi❤❤❤❤❤❤
     
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    Ciao io leggo i vostri post anche se rispondo poco.Il tumore me lo hanno trovato a dicembre dello scorso anno,al principio sembrava fosse solo un nodulo e invece il 21febbraio mi hanno asportato il seno destro e le ghiandole ascellari,fatto le prime quattro chemio poi altre 12 settimanali,ora faccio gli anticorpi e mi hanno dato la pastiglia ormonale.Ho affrontato questa malattia bene a volte anche con un po' di ironia,facendo battute,per mio figlio e mio marito,il primo anche se preoccupato l'ha superata bene,il secondo meno,non riusciva ad accettarla,ora si.Sono a metà percorso ma ci sono momenti che mi faccio un po' prendere dallo sconforto,perché mi vedo senza ciglia e sopracciglia,i capelli un po sono ricresciuti anche se sale e pepe,e a volte mi dico ne ho passate tante nella vita fin da piccola perché anche questo,ma poi ritrovo il mio ottimismo e i brutti pensieri,ho dolori ma cerco di sopportarli.Ho 59 anni.Grazie a tutte,buonanotte.
     
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    Sai leggendo le tue parole mi soffermo a pensare che ci sono i figli e i mariti anche loro presi in questo vortice....l' unica mia fortuna in questa storia è che a casa mia se hai un problema è tuo è tuo soltanto. Questo mi rende più forte sembrerà strano, ma mi fa soffrire meno che vedere gli altri stare male per me. Cara amica sei già avanti nel tuo percorso e vedi la luce nel tunnel. Ti auguro ogni bene è ti abbraccio con affetto.
     
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    Grazie Marcella un abbraccio anche a te e a tutte le amiche.
     
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    Cercare di sopravvivere nonostante tutto.

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    Ciao, Lory. Intanto sei già a buon punto col percorso e quindi la luce in fondo al tunnel è più vicina. Se ti può far piacere, e se il tuo caso rientra tra quelli che possono avere il farmaco aggiuntivo per contrastare eventuale insorgenza di recidive, ti copio qui l'articolo che ne accenna
    Tumore al seno: il farmaco che aiuta contro le recidive - 16 10 2020 Cinzia Testa -

    Grazie a un nuovo farmaco, da abbinare alla terapia ormonale, è possibile ridurre il rischio di ricadute per le donne malate di cancro al seno. Ecco in quali casi funziona. Un mix di due farmaci riduce del 25% la probabilità di recidive nel caso di donne con tumore al seno sensibile agli ormoni. È la prima volta da vent’anni a questa parte che un trattamento raggiunge un risultato così positivo e a dirlo è lo studio presentato all’ultimo Congresso internazionale di oncologia. Una bella novità che assume un valore speciale soprattutto in questo mese “rosa”, dedicato da sempre alla prevenzione del tumore del seno e durante il quale, il 13 ottobre, si inaugurerà anche la Giornata nazionale per informare sul carcinoma metastatico. «Lo studio ha valutato gli effetti di Abemaciclib usato in associazione con la terapia endocrina, nelle donne con recettori ormonali positivi» spiega Valentina Guarneri, responsabile della Struttura dipartimentale ricerca di rete dell’Istituto Oncologico Veneto di Padova e tra le autrici dello studio. «È un farmaco che prescriviamo già nel caso della malattia metastatica, con risultati positivi. Ma visto il suo meccanismo di azione particolare lo abbiamo sperimentato per una sfida diversa: prevenire la malattia metastatica anziché curarla. E i dati che stanno emergendo sembrano proprio darci ragione».
    Il tandem vincente per tanti tumori. I dati dicono che in due casi su dieci, nonostante le cure, nell’arco di dieci anni dalla diagnosi si manifesta una recidiva, cioè un altro carcinoma al seno oppure in altre parti del corpo. La ragione? La terapia ormonale non ha funzionato a causa di una forma di resistenza che si sta cercando di studiare sempre più a fondo. Ed è qui che entra in gioco il nuovo farmaco. «Abemaciclib fa parte di una classe di principi attivi innovativi chiamati inibitori di CDK4 e 6. La loro funzione è quella di bloccare l’innesco della proliferazione delle cellule tumorali». E quindi vengono già usati contro le metastasi. «Questo meccanismo di proliferazione però sembrerebbe responsabile anche della resistenza del tumore alla terapia ormonale» continua la professoressa Guarneri. «La prescrizione di Abemaciclib quindi potenzia l’effetto della cura endocrina, che così riesce a svolgere la sua azione protettiva e a ridurre il rischio di recidiva». Abemaciclib: per chi va bene. Le donne candidate alla nuova cura hanno tutte una malattia in fase iniziale e un identikit ben preciso estrapolato dalle caratteristiche del carcinoma. Per esempio devono esserci almeno quattro linfonodi positivi, oppure fra uno e tre positivi nel caso di un tumore di almeno cinque centimetri. O, ancora, dalle analisi effettuate dopo l’asportazione deve emergere che si tratta di un tumore di grado 3, o a elevata proliferazione, cioè composto da cellule di natura aggressiva.
    «Prima di iniziare la cura la paziente deve aver concluso il programma di chemioterapia e radioterapia, se indicato dopo l’intervento chirurgico» dice la professoressa Guarneri. «Quindi viene prescritta la combinazione, che la paziente assume quotidianamente a casa. Nello studio che abbiamo appena presentato, Abemaciclib è stato prescritto per due anni, mentre la terapia ormonale è ancora in corso e durerà cinque-dieci anni. Gli effetti collaterali, tra cui diarrea e nausea, sono generalmente lievi e si risolvono con una terapia adeguata o aggiustamenti della dose». Il farmaco non è ancora disponibile in Italia con questa indicazione. In attesa che si concluda l’iter, è in fase di sviluppo “expanded access”, un programma che permette ai pazienti candidati di iniziare comunque la terapia. Per partecipare bisogna parlare con il proprio oncologo.
     
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    Grazie per l' invio di questo articolo. Leggere queste notizie da' forza....la cosa più bella che ho avuto on questo periodo di C...A è stato iscrivermi qui!!!!
     
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    Ciao a tutte devo dire che tra i vari giorni passati dall’inizio della rivelazione oggi è stato uno dei più brutti. Ieri pomeriggio sono andata da un altro chirurgo per un consulto e credo che mi abbia aperto molto gli occhi sulla reale gravità della mia patologia carcinoma duttale infiltrante triplo negativo. Ho letto tra di voi altre esperienze simili a questa e nonostante tutto c’è chi ce l’ha fatta almeno per adesso. Domani pomeriggio invece andrò dal chirurgo che mi è già stato consigliato fin dall’inizio e vedrò se e loro consigli sono simili. Io non vedo l’ora di togliermi questo tumore attraverso un intervento chirurgico senza preservare la mammella con una parziale asportazione. Il pensiero di dover fare prima un ciclo di chemio terapia poi essere operata e rifare altra chemio mi fa molta paura, non è il dolore fisico che inevitabilmente ci sarà a spaventarmi, ma il fatto di dover convivere per altri sei mesi con questa neoplasia prima di passare alla chirurgia. Naturalmente devo ascoltare i medici e non soltanto l’istinto che mi dice di tagliare la parte malata. Nel frattempo cerco di far scorrere la mia giornata assaporando il sole che tutte le mattine sorge, oggi era domenica e sono andata a fare una passeggiata fino a santuario vicino a casa, sono davvero consapevole di essere nelle mani di Dio . Sento sempre più difficile la programmazione per le mie giornate di lavoro e quando mi chiedono qualcosa tendo a farla subito anche se non è l’orario stabilito perché non so mai se poi ce la farà a farla perché ogni giorno o qualche cosa o qualche esame da fare. La collega che mi doveva aiutare quando ero assente si trova in isolamento Covid19 E la sua mamma è ricoverata in ospedale in rianimazione. Non voglio parlare solo dei miei problemi perché tutti viviamo gli stessi problemi con le difficoltà di questo momento. Mi conforta sentire le vostre voci e i vostri pareri e le vostre esperienze passate perché ogni voce testimonia che questa malattia può essere fermata e questa speranza è l’unica cosa che mi aiuta a ripartire ogni mattina 🙏
     
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    Ottobre, la chemioterapia prima dell'intervento ti dà modo di sapere che funziona, perché fa ridurre il tumore e lo puoi constatare dagli esami. Se fai la chemioterapia prima dell'intervento, dopo non la devi più fare. Ora. per triplo negativo, in aggiunta alla chemioterapia, c'è un'altra terapia per rafforzare il sistema immunitario. Quindi affronta tranquillamente, per quanto ti è possibile, questo percorso.
    Immunoterapia: nuove speranze per il tumore triplo negativo
    È stata, infatti, di recente approvata la combinazione di un chemioterapico (chiamato nab-paclitaxel) e di un inibitore dei checkpoint immunitari (atezolizumab)
    Tumore al seno triplo negativo, nuove speranze
    PUBBLICATO IL 24 OTTOBRE 2020

    Il tumore al seno triplo negativo è un particolare tipo di carcinoma mammario con meno opzioni terapeutiche e la prognosi peggiore, ma l’immunoterapia potrebbe cambiare le cose.
    Il tumore al seno triplo negativo è uno dei più aggressivi e difficile da curare. Oggi, tuttavia, c’è una nuova speranza per il trattamento della forma tripla negativa: sono gli inibitori dei checkpoint immunitari, che hanno rappresentato una vera e propria rivoluzione per tutta l’oncologia.

    La loro somministrazione, in combinazione con la chemioterapia, è già stata autorizzata in clinica per il trattamento delle forme metastatiche del tumore al seno triplo negativo. La nuova frontiera è, però, testarne l’efficacia nelle fasi precoci. È questo l’obiettivo dello studio indipendente NeoTRIP, disegnato e promosso dalla Fondazione Michelangelo e coordinato dall’IRCCS Ospedale San Raffaele.

    Facciamo il punto sul tumore al seno triplo negativo e le nuove frontiere terapeutiche con Giampaolo Bianchini, Responsabile del gruppo neoplasie mammarie nell’Unità di Oncologia dell’IRCCS Ospedale San Raffaele di Milano, che ha di recente presentato al congresso internazionale ESMO alcuni importanti risultati relativi allo studio NeoTRIP.

    Cos’è il tumore al seno triplo-negativo
    Il tumore al seno, chiamato anche carcinoma mammario, è la forma di cancro più frequente nel sesso femminile e da solo rappresenta il 19% dei tumori che colpiscono le donne.

    “Il tumore al seno viene al momento classificato in tre tipologie, definite a seconda del tipo di recettori espressi dalle cellule tumorali. Questi recettori definiscono l’approccio terapeutico da usare, dal momento che costituiscono dei veri e propri bersagli da colpire con i farmaci,” spiega Giampaolo Bianchini.

    Ci sono i tumori che esprimono i recettori per gli estrogeni o il progesterone e che pertanto possono beneficiare alle terapie ormonali.

    Ci sono poi i tumori cosiddetti HER2-positivi, che presentano recettori per un fattore di crescita (la proteina HER2) in grado di alimentarne la proliferazione. Questi tumori possono essere trattati con degli anticorpi monoclonali e piccole molecole, sviluppate su misura per legarsi ai recettori HER2.

    “Ci sono, infine, i tumori tripli negativi, che non presentano recettori né per gli estrogeni, né per il progesterone, né per la proteina HER2: questi tumori non hanno alcun bersaglio da colpire - continua il dottore -. Tra tutti i tumori al seno, costituiscono solo il 15%.”

    Immunoterapia: nuove speranze per il tumore triplo negativo
    Fino a poco tempo fa le uniche armi a disposizione contro il tumore al seno triplo negativo erano la chemioterapia, la chirurgia e la radioterapia.

    Una serie di studi recenti hanno stabilito l’efficacia di una nuova classe di farmaci: parliamo degli immunoterapici, in particolare gli inibitori dei checkpoint immunitari, la cui scoperta è valsa il premio Nobel per la medicina nel 2018 e che funzionano “togliendo i freni” al sistema immunitario.

    È stata, infatti, di recente approvata la combinazione di un chemioterapico (chiamato nab-paclitaxel) e di un inibitore dei checkpoint immunitari (atezolizumab) per il trattamento della prima linea metastatica della malattia.

    “Al momento la terapia è solo per i tumori che esprimono sulla loro superficie la proteina PD-L1: è grazie a questa proteina che il tumore riesce a inibire l’azione del sistema immunitario ed è su questa che agisce atezolizumab - spiega Bianchini -. Ma il nostro obiettivo è andare oltre, ovvero verificare l’efficacia del farmaco nelle fasi più precoci di malattia, prima dell’intervento chirurgico, e capire meglio come il farmaco funziona e come incrementare il numero di pazienti che ne possono beneficiare.”

    I dati ottenuti dallo studio NeoTRIP, che riguardano 260 donne, sono molto promettenti. Ad esempio, analizzando le biopsie dopo appena un ciclo terapeutico, cioè a poche settimane dall’inizio del trattamento, i ricercatori non hanno trovato traccia di tessuto tumorale in ben un terzo delle pazienti.

    Non solo, circa due su tre pazienti con un tumore inizialmente PD-L1 negativo, diventavano positivi per PD-L1, indicando che il farmaco potrebbe essere efficace anche per queste pazienti, come suggerito già da altri studi. Ora resta da capire in quali pazienti si ottiene questa risposta e perché.

    Medicina di precisione per il tumore triplo-negativo
    Già nello studio NeoTRIP i ricercatori hanno raccolto alcune evidenze su cosa distingua le pazienti per cui il trattamento immunoterapico è più efficace. L’hanno fatto analizzando le biopsie tumorali effettuate all’inizio della terapia, durante il trattamento e al momento della chirurgia.

    “Oltre all’espressione della proteina PD-L1, a cui si lega il farmaco, un altro indicatore importante dell’efficacia di atezolizumab è il numero di linfociti infiltranti nel tessuto tumorale: più ce ne sono fin dall’inizio, e più la terapia sarà efficace - spiega Bianchini -.

    Il prossimo passo sarà ampliare la nostra capacità di analisi delle cellule tumorali, per capire quali sono le caratteristiche genetiche e molecolari che le rendono più o meno sensibili all’immunoterapia, anche attraverso le tecniche di sequenziamento genetico di nuova generazione.”
     
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    Cara ottobre, capisco i tuoi tormenti e i dubbi su come potrai affrontare tutto questo.
    Quello che posso dirti e di affrontare questi mesi un giorno alla volta e di affidarti a professionisti che ti ispirano fiducia.
    Vedrai che tutto si risolverà.
    Un abbraccio
     
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    Ciao ottobre sono pensieri e sensazioni che abbiamo provate tutte qui....
    Il futuro diventa un ?
    Ma devi avere fiducia
    Di chi ti segue, una volta che vedi che le cure funzionano la paura comincia a passare.
    Le cure funzionano...
    E tu diventi sempre più forte...
    Dobbiamo fare il culo al bastardo ottobre!!!!
    Noi siamo qui se hai bisogno di parlare..
    Ti mando un abbraccio
     
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    Beba

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    la citta' che scorre

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    Carissima ottobre..leggendo il tuo mssg, riconosco anche fra le righe quella sensazione di schok e terrore che si prova al sapere chi e' il nemico che c ha sottratte dalla vita normale e scaraventate in una vita completamente diversa, incerta, ansiosa, con tante domande e nulla certezze. Anche tu come tutti, cerchi di fare fronte con il tuo spirito forte, deciso a fare tt il necessario per sottrarsi al male e ritornare in una vita, che forse nn sara' mai piu' come era prima per causa dei segni di lotta rimasteci, ma ti assicuro che il sole ritorna a splendere e che anzi..incominci a Vedere e apprezzare tutto cio' che ci circonda piu' nettamente, piu consapevolmente e si gode ogni istante..ogni giorno diventa una vita. Il verdetto e' duro ma se ce' una cosa che ho imparato in qs 8 anni..sono parole, lettere sul foglio. Il verdetto vero siamo noi..ognuna diversa, unica, e personale. Nn ci sono leggi..ne tabelle sicure. Amiamo la ns vita e ci diamo forza. Anche iscrivendosi a qs forum. Si puo' essere circondate da familiari ma dentro ci si sente sole..perche' nessuno puo' ne vuole capire, e perche' noi facciamo acrobazie per nn farli preoccupare. E si e' sole..con sto macigno dentro. Io ti diro'..si e' una diagnosi seria ma le possibilita' ci sono tante, anche nuove, come Madiada t ha messo il link. Nn voglio dilungarmi troppo anche se ho tanto in testa che vorrei condividere con te adesso. Hai diritto ad essere preoccupata, ansiosa, ad avere i tuoi momenti di sconforto, a sfogarti...ma subito dopo alzati..se nn lo fai tu, nn lo fa nessuno..e decidi..vabbe' sono in qs mare e mi tocca remare..e arrivero', vi assicuro, sulla sponda..nn ci sono dubbi su questo. Hai letto bene, ci sono donne che conosco anch io, nel forum e fuori..che con la tua stessa diagnosi vivono normalmente, lavorano e mettono la masherina per paura di un altro male, il covid19.. che ci ha rinchiuse in casa e allontanato da tutti. E' un male anche peggio del cancro in certi versi...
    Concentrati alla sponda...lei ti aspetta.
    Un abbraccio forte e forza e coraggio che ne vieni fuori <3
     
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    Ciao ottobre,ti capisco quando aspetti risposte ti sembra eterno,coraggio,un abbraccio.
     
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    Ottobre, iniziando subito la chemioterapia ci si avvantaggia nell'aggredire il tumore, quando le sue dimensioni consigliano di partire da lì, perché aspettare a fare la chemioterapia dopo l'intervento significherebbe lasciargli altro tempo per eventualmente progredire. Tieni conto di prericovero, ricovero e convalescenza, prima di iniziare la chemioterapia tradizionale adiuvante, a confronto di un attacco a breve con chemioterapia che viene monitorata e, nel caso entro tempi prestabiliti non annienti del tutto il tumore, è possibile aggiungere un altro farmaco a completamento, il che offre una maggiore sicurezza. In termini di guarigione non ci sono differenze tra fare la chemioterapia prima o dopo l'intervento, ma farla prima offre il vantaggio di monitorarla, il che è utile soprattutto quando le dimensioni del tumore lo consigliano, anche ai fini di un intervento meno invasivo.
     
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    Sono d'accordo con Ada! Per me è stata un'esperienza positiva. Nel senso che il tumore duttale infiltrante dopo la chemio neoadiuvante era completamente sparito!!!
    L'altro tumore si è ridotto da tre centimetri a sei millimetri. Ho sofferto le pene dell'inferno, perché la chemioterapia va sopportata. Ne è valsa la pena, però! Dopo mi hanno fatto la mastectomia. Non ho voluto fare la ricostruzione e per dire il vero, spesso non metto nessuna protesi nel reggiseno. Non è il seno che fa di me una donna. Sto bene. Finora le analisi vanno bene. Ho ancora dei piccoli rimasugli lasciati a chemio, ma L dottoressa ha detto che questa neuropatia lentamente passerà. Dobbiamo essere gioiose. Tutto andrà ene, ottobre. Vedrai. Sono d'accordo con voi sui traumi che attirano i tumori nel nostro corpo. Ognuna ha i propri che hanno causato la malattia, ma ora dobbiamo amarci e prenderci e darci tutto ciò di cui abbiamo bisogno. Dobbiamo lasciarci dietro i rancori e l'amarezza.
     
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    Ciao sono contenta di fare parte di questo gruppo cercavo risposte e ho trovato voi riuscite a dare positività e coraggio.Grazie buonanotte.un abbraccio.🤗
     
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