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stefania1964.
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Valutazione del rischio
Per il momento la pandemia è molto meno aggressiva delle precedenti. Ma per prevedere l'evoluzione occorre valutare:
La gravità delle ondate successive - difatti le pandemie hanno tendenza a diffondersi a 2-3 ondate in cui le ultime sono peggiori delle prime.
La qualità dei servizi sanitari offerti, sicuramente migliorati rispetto al passato.
La vulnerabilità della popolazione al nuovo virus A/H1N1, in particolar modo la letalità riguardante i soggetti con patologie croniche, i quali sono aumentati rispetto al passato.
Il trasformismo virale - in particolare durante le ondate influenzali invernali il virus potrebbe incontrarsi con i virus influenzali già in circolazione nell'uomo.
Vaccinazione
La vaccinazione è il metodo più efficace per la prevenzione della malattia e delle sue complicanze. È stato osservato che il vaccino contro il virus influenzale stagionale non protegge contro l'influenza suina.
Vaccini specifici monovalenti contro l'H1N1 saranno autorizzati negli Stati Uniti a partire da metà Ottobre 2009.
È probabile che le dosi di vaccino necessarie per una completa vaccinazione di massa non saranno disponibili perchè occorre tempo a prepararle, pertanto le autorità statunitensi raccomandano una iniziale vaccinazione per specifici gruppi di pazienti, particolarmente a rischio tra cui:
donne in gravidanza, persone che vivono con con bambini di meno di 6 mesi, personale sanitario a contatto con soggetti potenzialmente infetti, bimbi di età compresa tra 6 mesi e 4 anni, bimbi, adolescenti o persone di età compresa tra i 25 e i 64 anni, con patologie croniche per le quali sono a rischio di complicanze severe (malattie cardiache, polmonari o epatiche croniche, immunosoppressione, cancro, gravidanza, obesità (in alcune casistiche).
Prognosi
Il tasso di mortalità si aggira attorno allo 0,9%[13] (contro circa l'1% dell'influenza normale)[14], la remissione dei sintomi avviene in genere entro i 2-4 giorni dall'inizio delle manifestazioni respiratorie. La malattia sembra particolarmente aggressiva in Messico, paese di origine dell'epidemia, dove muore circa il 2% dei pazienti.
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